Eccoci finalmente nell'anno nuovo. E' anche il primo del mese, questo vuol dire, come ormai di consueto, uno sguardo all'ultimo mese, ripercorrendo i film che ho visto - che in questo caso ne sono tredici. Quindi, senza esitazioni, eccoli da quello che mi è piaciuto di meno, a quello che mi è piaciuto di più.
#13 - Midnight in Paris (Woody Allen - 2011)
Primissimo approccio con Woody Allen, e non proprio dei migliori. Midnight in Paris mi sembrava un film con un atmosfera quasi d'incanto, con gli anni '20 e i personaggi storici che li popolavano, in una Parigi nel pieno del suo fiorire artistico, ma più avanti andavo nel film, più realizzavo che - nonostante ci sia un messaggio che sia molto reale e non scontato - alla fine la trama e i personaggi si rivelano abbastanza banali, non proprio entusiasmanti, e il continuo flusso di nomi conosciuti (Picasso, Scott Fitzgerald, Dalì, Bunuel, eccetera) mi è sembrato solo un modo per "stupire" lo spettatore. Neanche Owen Wilson mi convince molto. Peccato, mi aspettavo meglio, anche perchè l'atmosfera e le potenzialità, ci sono.
#12 - Il Grinta (fratelli Coen - 2010)
Dopo Bumblebee ed essermi inevitabilmente e perdutamente innamorato di Hailee Steinfeld, era quasi d'obbligo vedere Il Grinta, film per cui l'attrice ha ricevuto anche vari riconoscimenti, nonostante la giovanissima età. Assieme a Jeff Bridges, Matt Damon e BRODINO (Josh Brolin), interpreta Mattie Ross, una ragazza che assolda un cacciatore di taglie per uccidere il killer di suo padre. E' una revenge story western, ma anche qui, nonostante le potenzialità, il film mi ha annoiato parecchio e ogni tanto si risolve in scelte banali ed affrettate. Tuttavia alcuni dialoghi sono fantastici, e,inoltre, visivamente non c'è nulla da dire - d'altronde stiamo parlando dei Coen.
#11 - Rushmore (Wes Anderson - 1998)
Secondo film di Wessino, in Rushmore il regista comincia già a sperimentare le sue caratteristiche principali, perlomeno dal lato visivo: certi movimenti di macchina, certa organizzazione maniacale nell'inquadratura, certi colori, eccetera. Il punto è che qui, manca un po' l'altra parte della sua poetica, ovvero le storie e i personaggi, semplici ma pur sempre potentissimi. La storia infatti è alquanto stupida: abbiamo Max Fischer, alunno della scuola privata Rushmore, che si scontra con Herman Blume, una delle "teste" dell'istituto, per via della maestra Rosemary Cross. E' un po' infantile come film, e non sempre nel senso buono - tuttavia le performance degli attori sono ben eseguite, specie Jason Schwartzman, che qui debutta, e che riesce a fare il rompipalle piuttosto bene.
#10 - The Terminal (Steven Spielberg - 2004)
Questo film è stato una piacevole sorpresa. Nonostante non sia niente di che, e sia abbastanza prevedibile, il film riesce a intrattenere benissimo, con la storia (ispirata ad un fatto reale) di Viktor Navorski, un uomo che viene dalla nazione fittizia di Cracozia, che una volta atterrato a New York, scopre che la sua nazione è caduta, ed essendo privo di nazionalità, non può varcare il confine ed è dunque costretto a rimanere in areoporto. Anche se è un po' un accozzaglia di cose, The Terminal riesce a riflettere bene sul concetto dell'attesa, e di come per gli umani non finisca mai. L'ho trovato godibile, e Tom Hanks ha sempre il suo charme unico.
#09 - American Ultra (Nima Nourizadeh - 2015)
Raccomandazione del caro vecchio Frusciante, American Ultra è quanto di più tamarro si possa chiedere. E' la storia di Mike, un ragazzo che conduce una vita tranquilla assieme alla sua fidanzata, ma che poi si scoprirà al centro di un esperimento dei Servizi Segreti, per renderlo un arma distruttiva. Di solito non uso termini così sul blog, ma questo film è un macello, veramente. Mi spiego: le scene d'azione sono fantastiche, tutte, ma il motivo e il motore per cui parte la storia, cioè una sorta di guerra interna nei Servizi Segreti, è fin troppo elaborato per il film che viene proposto. La parte migliore è sicuramente il rapporto che c'è fra Mike e Phoebe, Jesse Eisenberg e Kristen Stewart hanno tantissima credibilità come coppia e mi hanno saputo prendere alquanto. Inoltre questo film è sceneggiato da Max Landis, ovvero il creatore di Dirk Gently, la serie. E si vede, il tono non è molto differente - e visto che la adoro, American Ultra mi è piaciuto, di conseguenza, nonostante i suoi difetti.
#08 - Hereditary (Ari Aster - 2018)
Parte del "programma recupero 2018" (ovvero i film che mi sono perso in sala), Hereditary è uno dei film più chiacchierati dell'anno. E' un horror dinamico, che parte con i piedi saldi nella realtà e che pian piano casca sempre più nell'assurdo e nel grottesco. Dal punto di vista tecnico è fantastico, regia, fotografia, performance degli attori, soundtrack, sono tutti e dico tutti di altissimo livello. La sceneggiatura, un po' di meno: dopo la morte della nonna, una famiglia comincia a sgretolarsi pian piano, fin quando un'ulteriore tragedia non finisce di agitare le acque, mandandola in piena crisi. Questo film tenta di fare l'horror psicologico e anche l'horror sovrannaturale, e li fa entrambi bene, ma l'incastro fra i due non è perfetto, e un po' forzato ci è. Tuttavia lo reputuo un ottimo film dell'orrore, riesce ad angosciare per svariati motivi, e ve lo consiglio se vi piace questo genere.
#07 - Forrest Gump (Robert Zemeckis - 1994)
Questo lo conoscete tutti, dai. Eppure fino ad ora non l'avevo visto, nonostante sia pure di Zemeckis, che è il papà di Ritorno al Futuro, fra i miei film preferiti in assoluto. Questo è il suo terzo (beh, quinto, considerando anche i sequel) film che vedo (il secondo fu Polar Express, ma dovrei rivederlo), ed è proprio bello. E' un po' la storia americana moderna da un punto di vista di un uomo che ha un cuore enorme, fin troppo grande per il suo bene. L'ho trovato leggermente ripetitivo, sempre per il fatto che Forrest si caccia sempre in situazioni storiche, che lui stess ha causato (espediente usato fino allo sfinimento nella pellicola), ma è ovviamente un bellissimo film, che ormai è un classico e si capisce perchè (nonostante non riesca proprio ad immedesimarmi visto che il film è in pratica una lettera agli Stati Uniti D'America).
#06 - Nightcrawler (Dan Gilroy - 2014)
Ho tentato di vedere questo film per un po' di tempo, ma cominciavo e smettevo subito, per un motivo o per un altro. Dopo un po' ci sono riuscito, e finalmente posso dichiarare Nightcrawler un film ottimo. E' la storia di Louis Bloom, un uomo ambizioso alla ricerca di lavoro, che finirà per diventare un reporter privato per storie di crimine e/o violente, a Los Angeles. Vediamo bene cosa si nasconde dietro lo schermo dei notiziari, e come tutto viene manipolato per un unico solo scopo: i soldi. I soldi che riescono anche a offuscare il limite fra il giusto e l'errato. GILLENO' (Jake Gyllenhaal) ha fatto un ottimo lavoro (quando mai) nel portare alla luce questo personaggio alquanto ambiguo, pronto a tutto pur di essere il migliore nel suo campo.
#05 - Snowpiercer (Bong Joon Ho - 2013)
Ecco un altro film che mi perseguitava. Era ovunque, ma sentivo che non era il momento di vederlo, ed infatti su Netflix è uscito poco dopo. Snowpiercer è un film particolarissimo, con una trama originale e un ritmo ben scandito, senza una sbafatura: si tratta del percorso di Curtis (interpretato dal buon Chris Evans) all'interno di questa locomotiva ad alta tecnologia, che è l'unica casa rimasta per gli umani nel mondo, all'alba di una nuova era glaciale. Una sorta di arca di Noè su binari. Qui, i poveri sono nelle carrozze in fondo, affollatissime e malandate, e più si risale il treno, più si passa a stati sociali elevati, fino ad arrivare al motore, dove risiede il capo di tutto, Wilford. I nostri eroi sono in piena rivoluzione, e incontreranno personaggi bizzarri e molto pericolosi: spicca qui Tilda Swinton (spicca sempre Tilda Swinton, in qualsiasi film), ma mi è piaciuta molto anche Alison Pill (la Kim di Scott Pilgrim vs The World), anche se ha un ruolo molto marginale. Comunque sia, questo film è proprio completo: scene d'azione, scene toccanti, scene orripilanti, ed un monologo verso la fine del film da brividi, uno dei momenti migliori che ho visto da Chris Evans fin'ora. Tutto questo per allegorizzare sulla società e sulla scalata sociale, che spesso e volentieri ti porta in posti inaspettati e non dove pianificavi. Inoltre circola in rete una teoria un po' strana, ma che è fantastica secondo me, secondo il quale questo film sia il sequel di Willy Wonka e La Fabbrica di Cioccolato (il film originale). Che dire, straconsigliato!
#04 - The Revenant (Alejandro G. Iñárritu - 2015)
The Revenant è un film dove il freddo gelido delle sue ambientazioni sembra fuoriuscire dallo schermo. Dopo Birdman, il regista ci regala questo lavoro ambizioso e per niente scontato, che ha avuto vicissitudini di produzione molto ardue per via delle condizioni in cui erano tenute le riprese. Di Caprio interpreta Hugh Glass, un esploratore incaricato di ricondurre una spedizione commerciale indietro, ma viene attaccato da un orso, e da lì partirà un pellegrinaggio quasi spirituale per lui. La regia di questo film è lenta, non si perde un attimo dell'azione, e sentiamo tutto il dolore di quello che succede sullo schermo, colpo dopo colpo. Mi è piaciuta molto la direzione che ha preso la storia, in parte grazie anche allo splendido lavoro di Tom Hardy. Forse un po' troppo lungo, ma un film fantastico a dir poco.
#03 - Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (Steven Spielberg - 1977)
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Questo è quanto per i film visti quest'anno. Il worst-to-best delle uscite in sala arriverà più in là, vi ricordo. Grazie mille a tutti quelli che leggono il blog con regolarità o a chiunque abbia deciso di aprirlo per la prima volta, conta molto per me, e averlo aperto è stata veramente una buona idea.
Buon anno!
Ho tentato di vedere questo film per un po' di tempo, ma cominciavo e smettevo subito, per un motivo o per un altro. Dopo un po' ci sono riuscito, e finalmente posso dichiarare Nightcrawler un film ottimo. E' la storia di Louis Bloom, un uomo ambizioso alla ricerca di lavoro, che finirà per diventare un reporter privato per storie di crimine e/o violente, a Los Angeles. Vediamo bene cosa si nasconde dietro lo schermo dei notiziari, e come tutto viene manipolato per un unico solo scopo: i soldi. I soldi che riescono anche a offuscare il limite fra il giusto e l'errato. GILLENO' (Jake Gyllenhaal) ha fatto un ottimo lavoro (quando mai) nel portare alla luce questo personaggio alquanto ambiguo, pronto a tutto pur di essere il migliore nel suo campo.
#05 - Snowpiercer (Bong Joon Ho - 2013)
Ecco un altro film che mi perseguitava. Era ovunque, ma sentivo che non era il momento di vederlo, ed infatti su Netflix è uscito poco dopo. Snowpiercer è un film particolarissimo, con una trama originale e un ritmo ben scandito, senza una sbafatura: si tratta del percorso di Curtis (interpretato dal buon Chris Evans) all'interno di questa locomotiva ad alta tecnologia, che è l'unica casa rimasta per gli umani nel mondo, all'alba di una nuova era glaciale. Una sorta di arca di Noè su binari. Qui, i poveri sono nelle carrozze in fondo, affollatissime e malandate, e più si risale il treno, più si passa a stati sociali elevati, fino ad arrivare al motore, dove risiede il capo di tutto, Wilford. I nostri eroi sono in piena rivoluzione, e incontreranno personaggi bizzarri e molto pericolosi: spicca qui Tilda Swinton (spicca sempre Tilda Swinton, in qualsiasi film), ma mi è piaciuta molto anche Alison Pill (la Kim di Scott Pilgrim vs The World), anche se ha un ruolo molto marginale. Comunque sia, questo film è proprio completo: scene d'azione, scene toccanti, scene orripilanti, ed un monologo verso la fine del film da brividi, uno dei momenti migliori che ho visto da Chris Evans fin'ora. Tutto questo per allegorizzare sulla società e sulla scalata sociale, che spesso e volentieri ti porta in posti inaspettati e non dove pianificavi. Inoltre circola in rete una teoria un po' strana, ma che è fantastica secondo me, secondo il quale questo film sia il sequel di Willy Wonka e La Fabbrica di Cioccolato (il film originale). Che dire, straconsigliato!
#04 - The Revenant (Alejandro G. Iñárritu - 2015)
The Revenant è un film dove il freddo gelido delle sue ambientazioni sembra fuoriuscire dallo schermo. Dopo Birdman, il regista ci regala questo lavoro ambizioso e per niente scontato, che ha avuto vicissitudini di produzione molto ardue per via delle condizioni in cui erano tenute le riprese. Di Caprio interpreta Hugh Glass, un esploratore incaricato di ricondurre una spedizione commerciale indietro, ma viene attaccato da un orso, e da lì partirà un pellegrinaggio quasi spirituale per lui. La regia di questo film è lenta, non si perde un attimo dell'azione, e sentiamo tutto il dolore di quello che succede sullo schermo, colpo dopo colpo. Mi è piaciuta molto la direzione che ha preso la storia, in parte grazie anche allo splendido lavoro di Tom Hardy. Forse un po' troppo lungo, ma un film fantastico a dir poco.
#03 - Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (Steven Spielberg - 1977)
Uno dei film di fantascienza più unici che esistano, Incontri Ravvicinati affronta la tematica "alieni" con molta misticità, quasi religiosità. Coloro che entrano in contatto con queste luci al neon fortissime e caratteristiche,quel motivo ormai entrato nell'immaginario collettivo, rimane folgorato (letteralmente), quasi ispirato, se non dire maledetto, da ciò che gli alieni tentano di comunicare. Questo è anche un film di fantascienza che riesce meglio nel descrivere la paura ma anche la curiosità verso l'extra-terrestre. Gli effetti sono ottimi, per il 1977, e tutta la sequenza a Torre del Diavolo, è semplicemente splendida. Film abbastanza sottovalutato, nonostante sia un cult. Dategli un'occhiata, ne vale la pena.
#02 - Donnie Darko (Richard Kelly - 2001)
Altro cult immenso, Donnie Darko è un po' un magnifico poutpourri di teen drama, horror, fantascienza. Qui gli elementi incastrati funzionano perfettamente, e c'è molto di criptico nella trama e nelle scelte estetiche. Una volta elaborato bene il finale, però, ci si rende conto di che razza di film stiamo parlando: la potenza del finale di Donnie Darko sta nella sfida che il protagonista lancia e che accoglie per via delle sue motivazioni. Se ne sente parlare molto spesso, giustamente: le performance sono fantastiche, e non solo GILLENO', ma tutti. I dialoghi, meglio ancora. Poi la componente fantascientifica è inserita in un contesto che, ai tempi, era abbastanza nuovo, riuscendoci ottimamente.
#01 - Eighth Grade (Bo Burnham - 2018)
Altra pellicola del programma-recupero, Eighth Grade non è neanche arrivato in Italia, ma se ne parlava così bene che saltarla sarebbe stato brutto. In effetti, il film ha una potenza incredibile, ed è una potenza che si trova nella vita di una ragazzina di 13 anni: Kayla. Vediamo uno spaccato della sua esperienza durante la terza media, età dove stai diventando grande, ma non lo sei affatto. Il realismo di questo film è quanto più si avvicina a com'è essere teenager ai giorni nostri, ma talmente tanto che io credo questo sia la migliore rappresentazione, così come questo film è il miglior teen movie che io abbia mai visto. Non c'è nulla di straordinario nella storia raccontata, ma il modo in cui ci viene raccontata (spesso pompando l'importanza dell'attimo a mille) ci fa immedesimare meglio con la protagonista (interpretata da Elsie Fisher in maniera toccante e magnifica). Ci sono anche delle scene di tensione che mettono i brividi, o monologhi toccanti e sinceri. Sono molto sorpreso da Bo Burnham, comico che stimo parecchio, ma che a quanto pare ci sa davvero fare anche come autore. Complimenti davvero.
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Questo è quanto per i film visti quest'anno. Il worst-to-best delle uscite in sala arriverà più in là, vi ricordo. Grazie mille a tutti quelli che leggono il blog con regolarità o a chiunque abbia deciso di aprirlo per la prima volta, conta molto per me, e averlo aperto è stata veramente una buona idea.
Buon anno!
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