NOVEMBRE: Worst-to-Best

Questo mese, come avevo preannunciato, c'è stata poca roba, dato che ero impegnato fra università e altri piccoli avvenimenti, uno appresso l'altro. Ragion per cui, in totale ho visto solo sette film, e tutti nelle ultime due settimane, più o meno - cominciamo la scalata, da quello che mi è piaciuto di meno, a quello che mi è piaciuto di più.

PASSENGERS
Questo film mi incuriosiva per molti fattori: la trama era intrigante (due passeggeri di una navicella diretti verso una colonia su un altro pianeta si svegliano per sbaglio troppo presto dal sonno criogenico), Jennifer Lawrence e Chris Pratt (che da ora chiameremo PRATTPRATTPRATT) sono due attori che mi piacciono abbastanza e in più alla regia c'è Morten Tyldum, che fra le altre cose, ha diretto quello splendido film di The Imitation Game. Questo film, al contrario del nostro pianeta, è piatto. Riesci a prevedere ogni singola azione e ci sono delle forzature che ti fanno venir voglia di tirare qualcosa allo schermo, per spegnerlo. Non è diretto male, nè recitato male, nemmeno scritto male se vogliamo, ma è una storia trita e ritrita, che non inizia manco minimamente a sfruttare la premessa, che aveva del potenziale per essere molto più interessante.

JACKIE BROWN
Per quanto The Hateful Eight non mi sia piaciuto, lo ritenevo pur sempre un buon film. Con Jackie Brown, Tarantino mi ha proprio annoiato. Questo film poteva benissimo durare fra i 100 e i 120 minuti e non sarebbe cambiato niente, anzi, sarebbe stato meglio. La hostess Jackie si ritrova in mezzo a una situazione pericolosa, quando c'è di mezzo uno scambio di soldi fra un malavitoso americano e i suoi clienti esteri. Il punto è che la trama non è per niente Tarantiniana, anzi, è fin troppo standard, per quello a cui ci ha abituato il regista. Non è assolutamente tutto da buttare, come al solito dialoghi ed interpretazioni sono ottime, ma, una volta finito il film, mi sono reso conto che la poetica di Tarantino stona un po' con la storia che è stata raccontata.

THE DREAMERS
Questo mese è venuto a mancare uno dei registi italiani più rinomati, anche e soprattutto all'estero, Bernardo Bertolucci (ha diretto film come L'Ultimo Imperatore, Novcento). Forte di questa perdita, ho deciso di vedermi un suo film, e ho scelto quello che a primo impatto mi sembrava più interessante, e meno pesante. Niente, mi sono ritrovato un film che è praticamente un film erotico. The Dreamers parla di Matthew, uno studente americano, che è in vacanza-studio a Parigi, dove conosce due fratelli, Isabelle e Theo, con i quali svilupperà un rapporto, molto, molto stretto. La storia vuol essere un dipinto del 1968 parigino, ed in questo ci riesce piuttosto bene. Peccato che il film si perda in dialoghi abbastanza pretenziosi e pacchiani, sull'arte e sul cinema, che rovinano completamente l'atmosfera per me, e mi portano fuori dal film stesso, paradossalmente. Molto bello però il contrasto che ad un certo punto si viene a creare fra "l'interno" (dove i nostri protagonisti sono per lo più nudi e intenti a sollazzarsi) e "l'esterno" (dove le rivolte stanno disttruggendo Parigi) - le interpretazioni non sono male, specie quella di Eva Green, attrice che trovo magnetica a dir poco (e non solo per un fattore estetico), ma il film si perde, come ho già detto, in frottole, e finisce in modo troppo frettoloso, a mio avviso. Resta comunque una pellicola piuttosto interessante.

DRAGON TRAINER
A breve uscirà il terzo capitolo, mi ricordavo il primo a tratti, il secondo non l'ho visto, quindi ho fatto reset e ho ricominciato da capo. Questo film è semplicissimo, ma colpisce proprio per la sua semplicità e il messaggio che vuole lanciare. Hiccup è un ragazzo cresciuto in una comunità vichinga, che si batte contro draghi che infestano la loro area. Lui vorrebbe essere come tutti, ma non ha manualità ed è troppo maldestro. Un giorno la sua vita cambierà dopo aver catturato uno dei draghi più pericolosi che abitano la zona. A parte il fatto che la scelta di rendere i draghi maestosi ma allo stesso tempo, quello che sono, cioè animali, è molto carina, ma c'è un sincero e del puro in tutta la pellicola, che non ce la fai a smettere di sorridere. Non riesco a capire perchè abbia avuto questo effetto su di me (forse era l'orrendo sonno che mi attanagliava durante la visione), ma l'ho trovato semplicemente godibilissimo e a breve vedrò anche il sequel.

SELVAGGI IN FUGA (Hunt for the Wilderpeople)
Film cui titolo in italiano sminuisce ancora una volta tutto, continuava a spuntare come uno dei migliori del 2016 in svariate liste, ed in più è diretto da quel folle di Taika Waititi, regista che ha spaccato ultimamente, grazie a Thor: Ragnarok, che nel giro di breve tempo è diventato uno dei miei cinecomic preferiti in assoluto. 
Hunt for the Wilderpeople, è ambientato in Nuova Zelanda (paese d'origine del regista) e parla di un ragazzino orfano che viene affidato ad una famiglia rurale. Tutto sembra andare per il verso giusto, ma un avvenimento porterà il nostro protagonista a scappare, dando il via ad una vera e propria caccia all'uomo, da parte dei servizi sociali. Waititi ci mostra con una esagerazione esilarante la determinazione a recuperare il ragazzino, mentre sviluppa in modo subdolo ma potentissimo il rapporto fra lui e il suo genitore adottivo. Tutto questo adornato da una ambientazione particolarissima (non sfuggono un paio di citazioni a Il Signore degli Anelli) e regia e montaggio molto ispirati, che donano al film anche un certo valore estetico. Ve lo consiglio,  è una commedia veramente ben fatta e da vedere a cuor leggero (infatti mi ha ricordato molto i film di Edgar Wright), seppur non sia esente da temi pesanti. Sta su Netflix.

TAXI DRIVER
Film cult diretto dal maestro Martin Scorsese, con un interpretazione di Robert De Niro che gli ha aperto le porte ad una carriera di successo - e ci credo, il suo Travis Bickle, un tassista reduce del Vietnam, spinto dalla società ai limiti della misoginìa e del terrorismo, è storico. La critica sociale che ci presenta questo film è valida tanto nel 1976, quanto ai giorni nostri, e il nostro protagonista tenta in tutti modi di salvarsi e di salvare, ma il suo ego prende il sopravvento e ne uscirà fuori come vittima di ciò che stava lottando, solo nel modo in cui non si penserebbe. Ottimo film, una delle costruzioni psicologiche meglio riuscite di sempre, secondo me, che riesce ad andare di paripasso alla critica sociale perfettamente.

LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE
Acquisto alla cieca alla Feltrinelli di Firenze, questo film è spettacolare. Terry Gilliam ci ha sempre presentato storie dalla portata piuttosto grande, ma questo è di scala piccola, ed io adoro quando gli autori ci danno questi piccoli spaccati su pochi personaggi, ma costruendoli comunque in modo stupendo. The Fisher King fa questo, ci parla del rapporto improbabile fra un famoso DJ, interpretato da un fantastico Jeff Bridges, e un senzatetto con problemi mentali, ruolo in cui spicca un Robin Williams semplicemente magnifico. Questo film tocca temi come l'amore, la salute mentale, il capitalismo, e lo riesce a fare in modo naturale ed elegante, senza rinunciare alle soluzioni visive visionarie che il buon Terry infonde sempre nelle sue pellicole. Toccante, poetico, ma comunque leggerissimo, questo è fra i film più sottovalutati che io abbia mai visto. 

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Prevedo un Dicembre zeppo di roba. Staremo a vedere. Ci vediamo intanto domani con la recensione di un film che attendevo come la seconda venuta del Salvatore.

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