Oggi vi parlo di questa perla cinematografica che ho avuto il piacere di vedere durante Ognissanti.
Damien Chazelle in due mosse (due mosse che si chiamano Whiplash e La La Land) si è guadagnato il posto fra i miei registi preferiti in assoluto, ad appena trent'anni. Non vedevo l'ora di guardarlo a lavoro in modo "attivo" diciamo, infatti First Man è il suo primo film che vedo in sala da quando mi sono avvicinato a lui (e sono un cretino perchè gli altri due li ho mancati di pochissimo).
Ryan Gosling interpreta Neil Armstrong, che come tutti sapete, è stato il primo uomo ad aver toccato il suolo lunare. Attraversiamo il decennio che precede quest'impresa dal punto di vista del nostro protagonista, e non è stato esattamente facile. Questo film compie un lavoro incredibile nel ficcarci a capofitto in ogni singolo momento, rendendo, grazie ad una regia magistrale, intensi i più piccoli dettagli, alternandoli alla grandezza e alla potenza dello spazio. Chazelle riesce benissimo a incutere terrore nei momenti in cui serve e meraviglia magari a pochi attimi di distanza. Scopriamo che varie vicissitudini della vita di Armstrong, e la bravura degli attori ha determinato questi momenti apparenemente mondani, che vanno in contrasto con le ricerche spaziali e le lezioni di astrofisica che il pilota frequentava a Houston. Ryan Gosling è ormai una garanzia, ogni film dove lui è presente è casa di interpretazioni magnifiche da parte sua, ed è affiancato da Claire Foy, che grazie a piccole espressioni facciali dona al suo personaggio una dinamicità non scontata, mentre riesce ad avere una certa dinamica con Gosling davvero ben riuscita.
Siamo immersi in pieno negli anni '60: la messa in scena è perfetta, e la fotografia riesce a ricreare in qualche modo quell'atmosfera che vediamo nei vecchi filmati dei nostri nonni, nonstante la qualità cristallina dell'immagine. Giochi di luce naturale, molto usato ad esempio il controluce, sono contrastanti alla luce artificiale dei laboratori o delle navette. Senza contare la maestria nella gestione dei riflessi, mi riferisco soprattutto alle scene ambientate nello spazio, che levano il fiato.
Un altro aspetto incredibile sono le musiche: Justin Hurwitz si sta rivelando un compositore coi fiocchi: dopo lo stupendo lavoro con La La Land, riesce a donare una dimensione tutta sua a musiche più tradizionali da film, rendendo la scena dell'allunaggio ancora più memorabile di come non lo sia già. Funziona perfettamente anche in contrasto coi silenzi, nello spazio e non.
Per me questa pellicola va ad unirsi ai miei film di fantascienza preferiti in assoluto, ed il bello è che non si tratta di fantascienza, ma di fatti realmente accaduti. Interstellar e 2001: Odissea nello Spazio sono (per me) dei capolavori, dello stesso filone, ma che lo affrontano in modo diverso. Questo First Man racchiude tutta la potenza emotiva del primo, e lo unisce al delirio di sensi del secondo, andandosi a piazzare perfettamente in mezzo a questi due, completando un cerchio, dove la realtà è al centro, e così facendo rimette in prospettiva entrambe le pellicole, facendoci apprezzare un po' di più la grandezza di quelle imprese.
Mi sa tanto che ci vediamo agli Oscar con questo film. Forse non riceverà tanto quanto La La Land, ma per me siamo lì di qualità, e Chazelle riesce a destreggiarsi perfettamente, nonostante questo sia il suo primo film distante dal mondo della musica, e più vicino alla scienza.
Per me è da 10.
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