OTTOBRE TIM BURTON // Settimana Due


Bentornati alla rubrica più attesa della settimana (ovviamente da me perchè è una buona scusa per vedere e rivedere film di uno dei miei registi preferiti). Lunedì scorso abbiamo parlato dei primi lavori di Burton da Beetlejuice a Ed Wood (proclamando proprio questi due i migliori). 

Oggi parlerò soltanto di tre film perchè purtroppo non ho avuto molto tempo questa settimana, essendo che ero in vacanza a Firenze, ma le prossime puntate dovrebbero essere tutte da quattro, con un bonus alla fine. E' facile arrivare a cosa sto parlando.

Partiamo subito con un film, stavolta, di fantascienza.

MARS ATTACKS!
1996

Mars Attacks! del 1996, è un omaggio ai cosiddetti "B-Movie",  i film di serie B, di fantascienza, da parte del nostro autore. Non è un caso che sia la pellicola che segue il biopic del padre dei B Movie, Ed Wood. Per quel che mi riguarda, Mars Attacks rappresenta un po' la prima vera svista di Tim Burton. Sappiamo tutti che ogni tanto ci toppa, specie negli ultimi tempi, ma questo è stato, secondo me, il primo film dove non c'ha preso in pieno. Questo perchè secondo me è troppo confusionario: sì, okay, alcune cose sono deliberatamente pacchiane e stupide, del resto è un omaggio/parodia a film brutti. Ma, il fatto è che non te lo chiariscono, perchè ci sono cose che te lo fanno pensare e cose che non te lo fanno pensare. Un cast incredibile (con tanto di Jack Black giovanissimo, Jack Nicholson in un duplice ruolo, Pierce Brosnan, Michael J. Fox e persino il cantante Tom Jones), ma sfruttato malissimo. Il film riesce ad annoiarti, con un cast del genere. Io credo che però, ne valga la pena la visione perchè la parte migliore sono gli alieni: con questo design strampalato, effetti visivi volutamente scadenti (ma non alla maniera di Beetlejuice), ma che incutono terrore comunque, questi marziani e il loro storico linguaggio (ACKACKACKAKC), una volta che entrano in scena, salvano un po' la situation. Peccato che il film finisca nel modo più banale, senza averci combinato molto.
Idea fantastica, ma esecuzione non altrettanto fantastica. Peccato perchè poteva essere molto di più, ma comunque è divertente in alcuni punti, lo consiglio.

Appresso!

SLEEPY HOLLOW
1999

E qua, tasto dolente sul serio. Questo film non mi è piaciuto per niente, tranne che per le musiche e le ambientazioni, come al solito, fantastiche. Sleepy Hollow ci racconta la storia di Ichabod Crane, ed eccolo che torna il nostro caro #GionniDè (SI OKAY DA ADESSO SARA GIONNIDE'), ispettore della polizia di New York, a cavallo fra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, che si reca in un villaggio per risolvere una serie di omicidi caratterizzati dal decapitamento delle vittime. Per chi non lo sa, si tratta proprio della storia del Cavaliere Senza Testa (interpretato incredibilmente da Christopher Walken, ma che spettacolo). Il problema di questo film è duplice, secondo me: cerca di essere una cospirazione realista, ma butta in mezzo troppi personaggi e troppi intrighi, intrecciando una trama che non è complesssa, ma sconfusionata, anche per via dell'elemento sovrannaturale che spunta senza nessun preavviso da un momento all'altro (e okay che si parla di un cavaliere senza testa, ma per 3/4 del film tutto punta a una "finta" o a un "falso cavaliere"). Il secondo problema è Johnny Depp. Fondamentalmente, Ichabod Crane è molto ben sviluppato, al contrario del resto dei personaggi (ripeto, buttati lì proprio a caso - sì Christina Ricci inclusa, scusa Mercoledì), ma #GionniDè, dovrebbe interpretare un uomo goffo, codardo, che si caga sotto per ogni minima cosa, e cosa fa lui? Sempre la sua solita espressione da cretino, quella à-la Jack Sparrow, per intenderci (personaggio che si porta dietro nel buon 80% dei suoi film). Gionni non è un attore incapace, anzi. Solo che ha un range un po' limitato, riesce bene in determinati ruoli (in Ed Wood e Edward Mani Di Forbice era perfetto - ma anche in ruoli non-Burtoniani, ad esempio in Paura e Delirio a Las Vegas, o il già citato Jack Sparrow - per Grindewald aspetto il 16 Novembre.), e io sono sicurissimo che se Ichabod fosse stato interpretato da qualcun'altro, il film sarebbe stato superiore. E invece, niente, o almeno, a me non ha detto proprio niente. So che questo film è molto apprezzato, e rispetto chi lo apprezza ovviamente, ma di certo, fin'ora è il film peggiore nella filmografia di Burton, per quanto mi riguarda.

Andiamo avanti parlando di un film che non sarà presente in questa scalata, perchè, come il primo PeeWee's Big Adventure, lo reputo essenzialmente saltabile. Planet of the Apes - Il Pianeta delle Scimmie è infatti il remake/sequel del primissimo film del 1968, ma ha subito varie vicissitudini e cambi di regista per circa dieci anni, Burton essendo l'ultima risorsa. Una cosa importante però di quel film è la prima apparizione di un'altra attrice che sarà molto importante per il regista, fino a diventare sua moglie: Helena Bonham Carter - la Bellatrix Lestrange, la Marla Singer, proprio lei - e, scusate, ma i suoi ruoli nei film di Burton sono molto, ma molto, ma molto meglio di quelli di #GionniDè (che tra l'altro è padrino dei figli della coppia, che cosa carina.). 

Dopo di ciò, nel 2003 esce il capolavoro di Tim Burton.

BIG FISH
2003

E' stata una ardua lotta spodestare Ed Wood dal trono. Davvero dura. Ma un film che parla della potenza delle storie, riesce ad arrivare in modo molto più viscerale che quella della potenza di un narratore. Talmente viscerale che ti ritrovi in lacrime (e mi è successo sul serio) e a bocca aperta, non sai se credere alle storie della vita di Edward Bloom, o se interpretarle come metafore. Fatto sta che torni bambino: giganti, amori impossibili, lavori circensi, città perfette e streghe sono tutti elementi delle storie che Edward racconta al figlio. Una volta cresciuto, Will dovrà fare i conti con la realtà, mettendo su uno scetticismo verso il padre, che innalzerà un muro fra i due.
Parlare di Big Fish è veramente difficile. Burton riesce, ancora una volta, ad infilare il suo stile in modo impeccabile, in una storia reale. E se da piccolo, il suo surrealismo gotico era ciò che mi attraeva di più, adesso con occhio più attento, apprezzo quest'altro suo stile di giocare con le pellicole, creando qualcosa di più subdolo, ma più profondo.
Big Fish è uno di quei film che cambia, ogni volta che lo rivedi, assieme a te. E' la riflessione sulla vita, sulla morte, su come sconfiggerla. E' una dichiarazione d'amore verso la famiglia, verso il futuro e verso la positività. E tutto si conclude in uno dei climax più intensi che io abbia mai visto negli ultimi mesi: gli ultimi minuti di Big Fish (che tra l'altro, scorre che è un piacere), racchiudono tutto il significato e sono di una intensità quasi tangibile. Il film è pregno di lezioni, è come un libro delle favole a capitoli, ognuna di queste atte a spiegarci un aspetto di quell'incredibile viaggio che è la nostra vita. 

Settimana prossima entreremo in una fabbrica un po' strana, ci sposeremo (ma non con chi crediamo), andremo a farci la barba e discenderemo in un mondo completamente folle.

A Lunedì.






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