L'UOMO CHE UCCISE DON CHISCIOTTE // Recensione


Terry Gilliam è un autore a cui mi sto affezionando molto rapidamente. Brazil l'ho amato, Paura e Delirio a Las Vegas mi ha colpito (ne parleremo nel worst-to-best di Settembre, fra qualche giorno), e la sua collaborazione coi Monty Python è ormai storia. Il povero Gilliam si portava appresso un film su Don Chisciotte, da vent'anni ormai. Una sfiga dietro l'altra portarono a ben otto tentativi di produzione, tutti falliti. Ma finalmente ieri, L'Uomo che Uccise Don Chisciotte è arrivato in sala. Io e Emanuele Sorrentino presenti. Con altre tre persone. La sala uno del Maestoso, una cosa immensa. Mi sono voluto mettere in alto per farmi il figo ma poi era talmente lontano che sono sceso. Comunque.

L'Uomo che Uccise Don Chisciotte, lo dico chiaro e tondo subito subito, è fin'ora il miglior film dell'anno per me (contate che ne ho saltati molti, però). La vicenda è ambientata in Spagna, al giorno d'oggi, dove seguiamo il regista Toby Grisoni, interpretato da Adam Driver, attore che sta spaccando al cinema ultimamente, è ovunque ed è capace di interpretazioni di vario genere. Questo regista ci viene descritto come un puro genio, ma lo vediamo svogliato nel lavoro, e più interessato al "contorno", diciamo, più che al film stesso. Il regista andrà a visitare il luogo dove girò il suo film per l'università (che appunto si intitola L'Uomo che Uccise Don Chisciotte), trovando un paese profondamente diverso dal clima che aveva trovato dieci anni prima. Andrà così ad incontrare l'attore che interpretò Don Chisciotte, che ormai è totalmente impazzito, credendo di essere proprio il cavaliere errante. E qui una nota di merito va a Jonathan Pryce: che mostro. Credo che questa sia stata la sua interpretazione migliore che io abbia mai visto. E' difficile vestire i panni di un uomo che interpreta a sua volta un ruolo, anzi, che è convinto di ciò che è, ma che in fondo conosce la sua triste verità: è esilarante, ma al contempo è estremamente triste come personaggio, e Pryce lo interpreta senza una minima sbavatura. Complimenti. Il fittizio Chisciotte, riconoscerà in Toby il suo scudiero Sancho Panza. Dopo una escalation di eventi i due sono costretti a girovagare per le lande spagnole (fonte di panorami strabilianti), ricoprendo esattamente i ruoli tradizionali: il Chisciotte che vede cose normalissime confondendole per mostri, minacce, principesse e ricchezze, mentre Grisoni, da buon Sancho, tenta di riportare alla razionalità il suo "padrone". Man mano che la pellicola procede, scendiamo sempre di più nella psicologia del regista, fin quando non avviene una sorta di fusione dei ruoli di Sancho e del Chisciotte, espediente narrativo che viene sfruttato dal buon Gilliam per infonderci i suoi classici giochi di luce distorti, e i suoi movimenti di camera psichedelici. 

Altro elemento tipico del suo cinema, presente in questo film è lo humor: mai troppo rozzo, nè mai troppo fine, ma anche questo poi verrà utilizzato come espediente per sviluppare i personaggi: Gilliam è stato molto bravo a farci pentire delle nostre grasse risate durante il film (e non ridevo così da un bel po', per un film). Inoltre abbiamo spunti autobiografici (soprattutto cenni alla travagliata produzione della pellicola), con critiche e allegorie rivolte al mondo del cinema. E' un film proprio completo, che si presta a molteplici chiavi di lettura, provocando varie discussioni (io e Emanuele siamo usciti dalla sala assaltandoci con opinioni e pensieri) e riesce ad essere anche visivamente intrigante, e comicissimo. L'unica cosa che farei è accorciarlo. Dura due ore e un quarto, ma mi è sembrato un po' di più, ma nulla di grave. Che dire, ne è valsa la pena di aspettare tutti questi anni. E mo' ho tanta voglia di divorarmi la filmografia di Terry Glliam, a cui dedicherei una bella standing ovation per quello che ha fatto. 

(N.B.: mi sono molto contenuto in questa recensione, ma in realtà questo film mi ha veramente dato tanto, ma per non fare spoiler, non posso parlare del perchè con precisione. Non vi resta che andare a vederlo, ma sappiate: non è un film che vi da il contentino, potreste uscire confusi e arrabbiati.)

VOTO: 9 +



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