AGOSTO: Worst-to-Best

Ci siamo, Agosto è finito. In questo mese ho visto una miriade di roba fra film mai visti, già visti, e anche qualche serie (ovviamente sto seguendo Better Call Saul e, seppur a rilento, Disincanto).
In totale, senza contare i rewatch e i film visti in sala, ben trentacinque titoli. Avevo pensato, alla fine di ogni mese, di listarli in ordine di apprezzamento, con un breve parere in merito, quindi mo mi devo dare da fare. Cominciamo senza indugio alcuno: questo è ciò che ho visto durante questo Agosto, dal peggio al meglio.

Nota: MIE OPINIONI NESSUN BISOGNO DI INSULTARE IN NESSUN MODO VI VOGLIO BENE

okay

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT
Preso dall'ondata di entusiasmo dopo l'uscita di The End?, ho voluto recuperare questo film tanto discusso - un film supereroistico all'italiana. Sicuramente è un bell'esperimento, memorabile, che porta un po' di freschezza nel cinema italiano contemporaneo, ma questo film mi ha irritato parecchio: clichè uno dietro l'altro, personaggi che sono macchiette e danno fastidio, e troppo, troppo prevedibile. Capisco che magari l'intento era quello, ma non l'ho percepito così. Mi spiace, perchè sarebbe potuto essere molto di più di ciò che è.


VERTIGO ('La Donna che Visse Due Volte')
Merito il perculamento per aver messo Hitchcock così in basso, ma è stato il suo primo film che ho visto e quindi avevo certe aspettative, di Hitchcock si parla sempre bene. E invece mi sono ritrovato un film che, seppur visivamente intrigante e con prove attoriali niente male, è fin troppo lento, è fin troppo 'all over the place' (la trama cambia due-tre volte, ed è tutto così anticlimatico) ed ha un finale, mi dispiace dirlo, tremendamente stupido. Spero di ricredermi su questo autore, ma questo film viene spesso osannato e, sebbene capisco il perchè, a me non ha dato molto.

FARGO
Altri autori che non comprendo pienamente sono i fratelli Cohen. Anche se Non E' Un Paese Per Vecchi è uno dei miei film preferiti, il resto che ho visto di loro non mi ha pienamente convinto. Ed è strano, dato che Il Grande Lebowski è veramente apprezzato da tutti. Fargo, invece, è carino. Di nuovo, è un cult, Frances McDormand ci ha vinto l'Oscar, e vedendo il suo lavoro in Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri, mi aspettavo qualcosa in più da parte sua. Anzi, sinceramente mi aspettavo un thriller dai toni dark, invece è quasi una commedia questo Fargo. Devo dire però, che me lo sono goduto abbastanza, ed ha alcune scene memorabili - nonostante lo YAAH che veramente mi è salito sulle scatole già alla quarta volta che viene esclamato.

ARRIVAL
Questo film ha tutte le carte in regola per essere un gran film, ed infatti lo è. Villeneuve è bravissimo, Amy Adams è ottima, ma Jeremy Renner e Forest Whitaker sono..lì. Stanno lì e fanno quello che devono fare. Comunque sia Arrival è una fantascienza ottima, che si avvicina molto alla realtà e che è molto introspettiva e veramente toccante. Fatto sta però che mi ha fatto venire un sonno incredibile. Ho sofferto tanto di questo ritmo lento, ma ammetto che ha delle idee creative per quanto riguarda questo genere di film, ed il finale è mozzafiato. Credo che se lo rivedrò, lo apprezzerò di più, ma per ora mi ha annoiato un tantino troppo.

THE HATEFUL EIGHT
 

Ooooh e qua Tarantino, mi spiace, ma un po' m'ha deluso. Si sa che al caro Quintino piace dialogare, ma qua c'è un abuso di questo suo aspetto. Letteralmente, sto film (che è comunque buono eh, magari tutti i film fossero così) è composto dalle due cose che Tarantino fa meglio: i dialoghi e la violenza. Il film è questo, in successione. Senza molto crescendo, pam, pam. Tarantì, ma che combini? Otto sconosciuti chiusi in una locanda mentre fuori infuria una tempesta: poteva essere l'espediente per un thriller da brividi, con una suspance unica, che solo tu sai fare, ma invece è un po' così così. Peccato, perchè le performance attoriali sono tutte incredibili, specie quella di Samuel L Jackson. Maestro. Ripeto, non un brutto film. Ma di certo quello che di Tarantino mi ha convinto di meno.


MR. NOBODY
Sono andato su questo film un po' scettico perchè Jared Leto non mi convince proprio come attore. Poi ne parliamo più in là. Però, qui secondo me, se l'è cavata. Questo film ripercorre la vita di Nemo Nobody (dai però che è sta cosa..), ma guardando alle varie pieghe che avrebbe potuto prendere a seconda delle sue scelte. Il montaggio è incredibile, e mi ha ricordato un po' Eternal Sunshine of the Spotless Mind , gli attori sono bravi, ma questo film, per come è strutturato, dura un po' troppo, ed ha un po' troppa carne al fuoco, secondo me. Non so se tutto torna, nel finale, tuttavia è un film potente, toccante, che ha un messaggio non scontato e di una potenza incontrastabile.

THE DISASTER ARTIST

Splendido tributo a quel filmone trashissimo che è The Room, da parte di James Franco. Non sono un fan di quella combriccola di attori (Franco, Seth Rogen eccetera), ma qui sono stati molto bravi a dare spessore a un personaggio come Tommy Wiseau, che spesso viene preso in giro. Questo film è anche a tratti toccante, essendo la storia di un sogno, e di un amicizia soprattutto. E ci sono dei camei spettacolari. Fatto sta che, però, mi ha deluso il fatto che alcune cose (abbastanza importanti) siano state inventate di sana pianta, e questo un po' mi ha infastidito. Tuttavia una commedia godibilissima, che, per chi conosce già The Room, si trasforma in uno spasso.

MOON
Sam Rockwell. Punto. Di nuovo, in Tre Manifesti ad Ebbing, l'ho amato. Nell'adattamento di Guida Galattica Per Autostoppisti, pure. Potevo non vedere Moon? E infatti, qua è impegnato in una performance davvero difficile, e ci riesce senza problemi. Sam Bell lavora sulla Luna, ora fonte energetica del mondo, ma presto si ritrova a far conti con la verità del suo lavoro. Sembra scontato ma non lo è. Diciamo che questo film è un po' un precursore di certe idee presenti in Black Mirror, e funziona alla grande. Un ottimo film. Ah, e c'è Kevin Spacey che fa un robot. Detto tutto.


SWISS ARMY MAN
Prima pellicola con Daniel Radcliffe che non sia Harry Potter che abbia mai visto in vita mia, e che performance particolare che ci regala. Lui è Manny, un cadavere trovato da Hank, un naufrago con una storia veramente triste alle spalle. Questo film parte dal molto grottesco (peti e peni-bussola, acqua a getto da posti improbabili, eccetera), per sfociare in una critica alla società non indifferente, tutto questo dando spessore alla storia del protagonista. La parte finale mi ha fatto quasi piangere. Anche questo, ottimo film, ma occhio a non scandalizzarvi.

HER ('Lei')

Interpretazioni incredibili in questo film fantascientifico, ma neanche tanto. Sia Joaquin Phoenix che la Scarlett Johansson (anche se presente solo con la voce) regalano una pletora di emozioni, mentre vediamo il rapporto fra lui e "lei", che è una sorta di Siri molto avanzata. Ci sono tante questioni filosofiche in questo film sull'amore, sulle relazioni e i limiti che ci imponiamo, sull'evoluzione, addirittura. Un difettuccio è che la trama sembra andare verso una direzione, ma poi non ci va. Varie volte. E' stato un po' frustrante, ma comunque è ottimo. C'è una scena in particolare che mi ha tanto colpito. Inoltre la fotografia è bellissima, con questi colori pastello e un'estetica abbastanza old-school, nonostante il film sia ambientato nel futuro. Ah, sì. Amy Adams, anche qui, ottima. Ma quanto è brava?

ADDIO FOTTUTI MUSI VERDI

Prendete i The Jackal. Aggiungeteci Guida Galattica Per Autostoppisti, la Trilogia del Cornetto e satira sul mondo del lavoro, e avrete questa piccola gioia fanascientifica italiana, Addio Fottuti Musi Verdi. Questo film è esilarante, e racchiude un po' tutta la comicità tipica dei Jackal, ma con uno sfondo fantascientifico realizzato con grande maestria. Questo film  è anche una grande pariodia/tributo al filone fantascientifico, è un po' un Hot Fuzz napoletano, con gli alieni. Consigliatissimo.


REQUIEM FOR A DREAM

Dopo l'esperienza che è stata madre!, ho deciso di farmi del male guardando un altro film di Aronofsky, sicuramente il suo più noto, Requiem for A Dream. Questa pellicola è un'analisi della dipendenza, e non solo da droga (anche se ce n'è sulla droga). Siate avvisati, è una parabola discendente, verso l'inferno sulla terra. E' abbasanza sconvolgente. Ottimi gli attori, soprattutto Jennifer Connelly (mega-crush personale) e Ellen Burstyn che ci regala un monologo recitato in modo ineccepibile. Una performance magistrale. Peccato che il film è rovinato da Jared Leto, che qua, scusate, ma è proprio un cane, e da un montaggio a dir poco pacchiano, invecchiato abbastanza male. Tutto sommato però è una pellicola che segna nel profondo.

QUELLA CASA NEL BOSCO
Cinque amici, una vacanza in un bosco, horror. Tutti gli ingredienti per un filmetto slasher da quattro soldi. E invece no. Questo film parte da questa premessa e si trasforma in una parodia/omaggio al genere e ai suoi clichè, con una trovata geniale. Non posso dire niente, altrimenti è uno spoiler, ma se vi piace l'horror, dovreste guardarlo.

ANIMALI NOTTURNI
Film dello stilista Tom Ford (eh già) in parte romantico, in parte thriller, ma in tutte le sue parti, un dramma psicologico. Amy Adams (!!!!!) interpreta un'artista scontenta della sua vita, costretta a guardare indietro quando il suo ex-marito le invia il suo nuovo libro. Il film si dipana su tre piani temporali: il presente, il passato (quando i due stavano insieme) e il contenuto del libro stesso. Questa formula fa partire tensione dal lato thriller del libro, che poi sfocia nella realtà, mentre ci chiediamo effettivamente il suo ex-compagno (interpretato da un incredibile Jake Gyllenhaal) che persona sia diventata. Più il racconto va avanti, più ci rendiamo conto che altro non è che un'allegoria della relazione e degli avvenimenti che l'hanno portata ad un termine. Il personaggio di Amy Adams così, si ritrova a rivalutare le sue scelte e i suoi comportamenti. Un film profondissimo, con una fotografia dinamica e potente, e delle interpretazioni incredibili. Ci ho messo un po' a inquadrarlo, ma ora riconosco il suo potenziale.

AMERICAN PSYCHO
Più guardo Christian Bale, più mi convinco che sia uno dei miei attori preferiti. La sua performance regge American Psycho, che è un po' una critica al conformismo, al consumismo e al capitalismo tipicamente americano. Il nostro Patrick Bateman per sfuggire da questa gabbia, compie atti terribili, che riesce magicamente a nascondere da tutti. Forse. Questo film è pregno di significato, fa ridere, è grottesco ed è folle.

UNBREAKABLE

Shyamalan è un bravo regista, ma che si perde in un biccher d'acqua. Ne ha fatte tante di cacate, forzando plot twist, scrivendo cose auto-celebrative da puro egocentrismo, con dialoghi irrealistici e personaggi con l'espressività da cemento, ma in Unbreakable, nonostante non sia esente da alcune di queste caratteristiche, c'ha saputo fare. Una storia supereroistica, ma non proprio, con Bruce Willis e Samuel L. Jackson. E' abbastanza avvincente, anche se lento e con un finale che mi ha fatto leggermente storcere il naso.

LE IENE
Primo film di Tarantino, che funziona alla grande. Seguiamo, fra dialoghi, flashback, e narrazione non-lineare (Quintino, sempre il solito.) le vicende di questa banda criminale che, durante una rapina, viene assaltata dalla polizia, implicando la presenza di una talpa. Gran parte del film si tiene dentro un deposito, ed è pregno di regia incredibile, e performance memorabili, specie quella di Tim Roth e di Michael Madsen. Si sentono già molti Tarantinismi, come già detto, che poi il regista svilupperà nei film successivi. Godibilissimo.

BRIAN DI NAZARETH
Dopo Monty Python e Il Sacro Graal, il gruppo di cabarettisti torna al cinema con questo Brian di Nazareth, che narra le disavventure di questo povero sfigato che vive vicino a Gesù, e che entra a far parte di un gruppo di ribelli che vogliono cacciare i romani dalla loro città. Anche qui c'è tutto l'humor dei Monty Python: assurdo, cinico, sfrenato e di un moderno che fa paura. Ci sono certe cose che dette oggi avrebbero ancora tantissimo senso. Divertimento allo stato puro.




MAN ON THE MOON 
Parlando di comicità, ecco un biopic di Andy Kaufman, comico controverso americano, interpretato da Jim Carrey, che, giuro su Dio, è posseduto dall'anima di Kaufman. Fa impressione, ma c'è qualcosa negli occhi di Carrey, infatti se ricercate un po', non ha mai abbandonato il personaggio mentre girava questo film, e gli ha cambiato la  vita. Si sente il peso di questa performance, data con passione, una delle performance più memorabili che io abbia mai visto in un film. Jim Carrey si riconferma non il tipico attore comico.


I FIGLI DEGLI UOMINI
Come sarebbe il futuro se la fertilità smettesse di esistere? La risposta arriva in questo film di Alfonso Cuaròn. Il buon Cuaròn mi è sempre piaciuto, ha diretto Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, uno dei miei preferiti di quella saga, e Gravity, bellissimo film. Ma qua, da un punto di vista puramente tecnico, ha dato il meglio di sè. La regia è sfiancante, stancante, segue i personaggi senza mai staccare, ci sono dei piani sequenza che costituiscono una tensione incredibile, in questo road movie distopico. Devo ammettere però, che i temi sono un po' sballati. Più che infertilità e il valore della vita, ci ho visto molta critica all'immigrazione (che porta questo film ad essere ancora molto valido oggigiorno). Che dire, le performance sono molto buone, è avvincente, e visualmente spettacolare. 

EX MACHINA
Ex Machina è il film di debutto di Alex Garland, scrittore, sceneggiatore e ora regista (Annientamento è suo, filmone) ed è un film stupendo. Un programmatore vince un concorso per andare a casa di un genio informatico (interpretato da un magistrale Oscar Isaac), per dei test. Si scopre che sono test che hanno a che fare con l'intelligenza artificiale. Tutto il film ha quest'aura filosofica, si pone domande esistenziali e usa l'arte come metafora per il subconscio e la mente. La scrittura è ottima. L'estetica pure: fotografia sul bianco, interrotta da un rosso violento e fulmineo, che mette pressione  e ansia, mentre gli elementi all'avanguardia sono piazzati nel bel mezzo della natura, cosa che crea un contrasto fantastico. Questo film è ottimo, uno dei migliori di fantascienza degli ultimi anni.

GHOST STORIES 

Film horror di quest'anno, passato in sordina. E' ottimo da ogni punto di vista: è profondo, è girato e scritto bene. E ha delle performance impressionanti: un Martin Freeman così non l'avevo mai visto. Ah e poi c'è il caro Alex Lawther, reduce da Black Mirror e The End of the Fucking World, altre ottime sue performance. Questo film segue un professore scettico per quanto riguarda il paranormale, che ha a che fare con tre casi inspiegabili. Da lì, il film parte per una riflessione psicologica più importante di quello che sembri. Secondo me è destinato a diventare cult.


IL CASO SPOTLIGHT
Film che vinse l'Oscar nel 2016, tratto da una storia vera. Segue le vicende della scrittura di un'inchiesta da parte del Boston Globe contro la Chiesa, quando emergono sempre più casi di abusi da parte di preti su minorenni. La storia è toccante e sconvolgente, ed è raccontata in modo freddo, senza mezzi termini. Un cast eccezionale con un Mark Ruffalo in ottima forma, e il caro vecchio Michael Keaton. E' da vedere per rendersi conto di una realtà che vive e respira, purtroppo, sotto il nostro naso, ogni giorno. Tra l'altro la passione per il giornalismo e la scrittura trasuda da tutti i pori in questo film, l'ho sentita molto forte e viva.

THE INVITATION
Questo film mi ha steso. The Invitation parla di un uomo, Will, invitato a cena dalla ex-moglie dopo qualche anno dal loro divorzio, in seguito a una tragedia consumatasi proprio in quella casa: la morte del loro figlio. Il film costruisce una tensione incredibile per quasi tutta la sua durata, dato che al protagonista non quadra qualcosa: entriamo nella sua paranoia, ma anche nel suo senso di colpa e nel dolore che prova ancora per la morte del figlio. E' un thriller psicologico che porta un peso grosso come un macigno sulla testa e che non credo che rivedrò mai più, almeno in solitudine. Mi ha terrorizzato.

SETTE MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE
Fiaba per bambini, ma fiaba non per bambini: Connor ha a che fare con un mostro che evoca inconsciamente, dato che la mamma sta morendo di cancro e lui non sa come affrontarla. E' un film pregno di emozione e con un significato profondissimo, di crescita, di ammissione e di penitenza. Le performance sono spettacolari: dal ragazzino, interpretato da un certo Lewis MacDougall, alla madre, Felicity Jones, a una Sigourney Weaver molto brava, fino al mostro, che ha la voce di Liam Neeson, molto, molto bravo. Il mostro racconta tre storie a Connor, che sono illustrate con animazione acquarellata, in modo incredibile. Mi ricorda lo stile del racconto dei tre fratelli di Harry Potter. Comunque sia, è un film estremamente toccante, anche questo passato abbastanza in sordina. 

THE NEON DEMON
Questo mese ho anche scoperto Refn, e non c'è dubbio che sia uno degli autori più interessanti che ho visto quest'anno. The Neon Demon mi ha sconvolto: è la storia di Jesse, una modella dotata di una bellezza travolgente (interpretata da Elle Fanning), che entra nel mondo della moda e a soli sedici anni riesce a tenere testa alle sue colleghe con più esperienza. Il film è onirico, ricalca le atmosfere di Suspiria di Dario Argento, con un uso delle luci atto a esprimere la psicologia interiore dei personaggi. E' una riflessione sul potere della bellezza, che sfocia poi in una violenza che fa star male. Questa pellicola mi ha tormentato per diversi giorni, mi ha davvero colpito. Ah, e le musiche col sintetizzatore, sono spaziali. Bravo Refn.

FULL METAL JACKET
Vabbè, questo è un classico. Il war-movie di Kubrick per eccellenza. Il film è diviso in due parti: la prima ha a che fare con l'addestramento, ed è quasi commedia che poi sfocia in tragedia. La seconda è ambientata in Vietnam, dove abbiamo a che fare con la de-sensibilizzazione alla violenza che i soldati americani infliggono e a cui viene inflitta sul campo di battaglia. Un classico, c'è poco da dire.


SPLIT
Ho parlato male di Shyamalan prima, ma qua ha fatto un gran bel lavoro. James McAvoy interpreta questo eccentrico uomo dalle 23 personalità diverse, che rapisce tre liceali (una delle quali è Anya Taylor-Joy, di cui parleremo più avanti) e le rinchiude in un luogo segregato e strano, in attesa dell'arrivo della "bestia". Seguiamo sia il passato di Casey, una delle ragazze, che la psicologia e la funzionalità di Kevin (l'antagonista), grazie soprattutto a delle scene con una psicologa. Il film mette una tensione allucinante, e non si sa mai dove sta andando a parare. Non credi alle parole del personaggio di McAvoy (che ci offre una performance incredibile e studiatissima), ma poi nel climax, non riesci a credere ai tuoi occhi. Inoltre il film presenta un finale che, se avete visto un'altra pellicola di Shyamalan, vi farà saltare sulla poltrona. Se no, sarete confusi (e attendo Glass con trepidazione).

BRAZIL
Altro autore a cui mi sto avvicinando assieme a Refn, è Terry Gilliam. Ed è un folle. Ha collaborato a Monty Python e il Sacro Graal e, scorrendo la sua filmografia, ha sempre avuto cuore per dei film abbastanza eccentrici. Brazil è proprio questo. Una rivisitazione in chiave satirica di 1984 di Orwell, la pellicola, con una regia spettacolare e degli effetti pratici e scenografie inventive e pazze, parla di un futuro prossimo, governato da una burocrazia asfissiante. Si sente molto la critica alla realtà, e il film infatti è dotato anche di una certa base comica, che non preclude affatto riflessioni più introspettive e malinconiche. Un film indimenticabile. 

ZODIAC
Fincher è un maestro dei thriller, persino di quelli che sono reali. Zodiac parla del famoso killer dello zodiaco, apparso negli anni '60, e mai trovato. Il film segue negli anni l'inchiesta, specie dal punto di vista di Robert Graysmith (Jake Gyllenhaal), autore di due libri sul killer, e da altri elementi della redazione del giornale di San Francisco, oltre che alla polizia (di spunta Mark Ruffalo, ancora una volta). Questo film, nonostante la sua mastodontica durata (due ore e mezza) e nonostante la consapevolezza che il killer non viene acchiappato, riesce a mantenere una tensione costante, facendoti fare le tue ipotesi, senza mai saltare a conclusione. Inoltre c'è uno studio dei personaggi non indifferente. Mi chiedo come abbia fatto Fincher a riuscire in un impresa tale.



THE VVITCH
Okay, qui siamo veramente al culmine dell'horror contemporaneo. Questo film combina la forza della natura, la tensione sessuale, la spiritualità, la paranoia e la castità per avere un'angosciosa immagine della società puritana dei Padri Pellegrini americani. Seguiamo questa famiglia che viene espulsa da una colonia e va a vivere presso un bosco, ovviamente inabitato da qualcosa di strano. Per tutto il film, non vediamo molto di soprannaturale, anzi, ci concentriamo sui personaggi: spiccano i fratelli Tomasyn e Caleb, la prima interpretata da Anya Taylor-Joy, in una performance da brividi. Il fratello minore è attratto da lei, dato che è in pieno sviluppo e non ha altro modo di entrare a contatto con altre ragazze, e questo provoca in lui una forte crisi interiore, perchè si sente macchiato dal peccato. Abbiamo poi i genitori e i due gemellini, anche loro sono ossessionati dalla religione, che li porta ad una paranoia senza freni, quando il figlio più piccolo, neonato, viene perduto, a detta dei ragazzi "rapito da una strega". E' un escalation di terrore interiore, che si manifesta sottoforma della natura (certe analisi la paragonano alla natura che non perdona tipicamente Leopardiana), orchestrata da questi colori spenti e staticità di camera raggelante. Robert Eggers è il regista, questo è il suo primo film, e io sono senza parole.

SEVEN
Eccolo di nuovo Fincher, con uno dei thriller per eccellenza, Seven. Questo film parte come un thriller normale, che segue un serial killer. Sembra tutto molto standard. Poi ti ribalta completamente le carte negli ultimi minuti, tanto che quando finisce rimani lì seduto, a chiederti cosa sia appena successo. Tra l'altro è molto interessante che questo film non mostri manco uno degli omicidi commessi, lasciando spazio alla immaginazione, scelta azzeccatissima, secondo me. Bravi tutti gli attori, ma uno in particolare, che non posso rivelare. Essendo un po' uno spoiler. Ma tanto si sa. 

THE ROYAL TENENBAUMS
Poteva mancare Wes Anderson in questa epopea filmica di Agosto? No.
Non poteva.
I Tenenbaum sono questa famiglia, all'inizio abbastanza unita, ma che poi col tempo, cade a pezzi. Seguiamo le vicissitudini del padre, Royal, mentre tenta di riunirla, con metodi poco convenzionali e poco gradevoli. Il film è probabilmente il più malinconico di tutti quelli di Wes che ho visto, e vi giuro, me ne mancano tre, e mi dispiace. Voglio altro. Starei ore a vedere storie costruite così bene, sia visivamente che a livello di introspezione. Comunque sia, mi ha emozionato tantissimo. Nonostante i vari conflitti, il bene reciproco trasuda all'interno di questa famiglia, e si nota dall'inizio, alla fine.

DRIVE
Refn l'ho scoperto con Drive, e questo film è potentissimo. E' una sberla. All'inizio mi è sembrata troppo una copia di Baby Driver (anche se in teoria è uscito questo prima), ma poi il tono, la fotografia, le performance mi hanno fatto ricredere. Due parole: Ryan Gosling. Se c'è Ryan Gosling nel tuo film, vuol dire che sarà un bel film. Qui interpreta un autista/stuntman, ma che si è fatto strada nel mondo criminale. Si innamora della sua vicina di casa, e passa molto tempo con lei e suo figlio. Il padre era in prigione. Quando però le cose si mettono male, lui non lascia passare niente. Niente. Drive crea un connubio fra violenza e amore incredibile. La fotografia non è così violenta come quella di The Neon Demon, ma comunque colpisce tanto. La scena dell'ascensore mi ha fatto venire i brividi. Ah, un'altra cosa. Bryan Cranston. C'è poco, ma mi meraviglio ogni volta di questo attore. Incredibile. Comunque, il film ha un ritmo cadenzato, non proprio velocissimo, ma riesce sempre a tenere alto l'incredibile pathos che ha.

2001: ODISSEA NELLO SPAZIO
Io non so se ho gli strumenti adatti per parlare di questa pellicola. Questo film non è manco un film, è un'esperienza, è una riflessione, è una rappresentazione dell'evoluzione, per immagini. Kubrick mi ha sempre stupito, soprattutto con The Shining, ma qui, si toccano altre vette. Spesso questo film viene etichettato come "noioso", e magari può essere, è vero, noioso, per via della sua lentezza. Ma è lento perchè vuole essere una rappresentazione dell'inesorabile e quasi impercettibile, ma millenaria, potenza dell'universo. L'uso della musica classica è volto proprio a questo: dona al film un aspetto immortale, senza tempo. Mentre lo guardavo mi sentivo, poi, immerso negli ambienti futuristici che Kubrick ha creato: gli effetti, per un film del 1968, sono qualcosa di incredibile. Ho provato tantissime emozioni, alcune che non saprei manco spiegare, guardando questo film. Un puro capolavoro, di cui si parlerà per sempre.

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Mah. Tutto ciò in un mese, guardando indietro non so come ho fatto, ma mi è piaciuto un sacco.
Vediamo settembre cosa mi regalerà.
Alla prossima, e se sei arrivato in fondo, un grazie e i miei complimenti, ce ne vo.


























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