Catching Up Episodio 2: L'Attacco dei Cloni(?)

Nota - Il titolo di questo post ha una citazione a Star Wars come se avessi visto quel film. Ebbene mi espongo, non ho visto i prequel. Sì sono un poser. Ma parliamo di musica.

Come sapete sono passati quaranta anni dalla rivoluzione culturale del '68

La musica è la mia passione primaria si può dire e quella che vorrei diventasse la mia professione, un giorno. Suono da quando ero piccolo così (e qui ci sarebbe un gesto che indica più o meno la mia statura all'età di SEI anni, capito, sei, perchè a sei anni ho cominciato a suonare, ecco) e non ho mai mai smesso, sia di suonare che espandere la grossa famiglia che è composta dai miei artisti preferiti. Sì, la considero come famiglia.
Un po' tutti mi conoscono come metallaro infognato, e sicuramente non si sbagliano, ma in realtà è una definizione che sminuisce la mia passione per la musica perchè ebbene sì, pronunzierò la famosa frase che nessuno quando la pronuncia prende sul serio: ASCOLTO DI TUTTO. (Tranne il reggaeton, cioè la musica del diavolo, non il black metal. no. quella lo è.) (punto.) Per me i generi e i sottogeneri sono puramente indicativi, e anche riduttivi verso una visione artistica rappresentata dai brani, album, discografie eccecc.

Il punto di questo post è un po' come il precedente: ricapitolare le mie fisse di questo anno fin'ora, le mie nuove scoperte, le mie aggiunte.

heyholetsgo



BIFFY CLYRO


Era il giorno prima di un' uscita con la scuola, precisamente a Macerata. Ero annoiato dal non-studio e dalla sua crudeltà, che quando studi non vuoi fa niente e quando finalmente fai il niente ti annoi e ti rompi, conoscete tutti no? Eh, bene. Allora vagando su Youtube ho visto il concerto dei Biffy Clyro a Glastonbury. E mind-blown. 
Un rock energico, melodico, creativo, inventivo, con chiare influenze punk e grunge nei toni e progressive nelle strutture dei pezzi. Simon Neil rappresenta una forza creativa inarrestabile, con chitarre che suonano enormi nonostante la, diciamo, modestia della sua attrezzatura (spesso e volentieri una semplice Stratocaster, e sì lo so che ha un macello di invenzioni per farle suonare così a livello di ampli e pedali, ma mi riferivo più allo strumento principale.). Batteria e basso, Ben e James Johnston, due gemellini carini e ROSSI. Una sezione ritmica notevole e per niente scontata, ma tristemente sottovalutata, sono delle belve. La cosa che mi ha colpito dei Beffe Claarou (questa la pronuncia in scozzese stretto, landa di provenienza del gruppo, che rende il tutto ancora più figo) è l'enorme positività che mi trasmettono, gioia musicale per le mie orecchie. Tranne per alcune canzoni, soprattutto per quanto riguarda l'album Puzzle, che è un canto del cigno per la madre di Simon, quindi ci sono molti pugni emotivi.

Vi consiglio l'album Only Revolutions, semplicemente perchè contiene molti dei cavalli di battaglia, anche se la mia canzone preferita è senza dubbio Living is A Problem Because Everything Dies (sentite la gioia di cui parlavo prima?). Forse però il primo pezzo da sentire è Wolves of Winter, che è stato quello che mi ha fatto accendere la lampadina. Tra l'altro sicuramente conoscerete Re-Arrange.




HANS ZIMMER

Avevo già un enorme rispetto per questo compositore di colonne sonore, ma guardando il suo concerto (su Netflix tra l'altro) e alcuni dietro-le-quinte, il rispetto si è trasformato in amore. C'è poco da spiegare su Hans Zimmer, se non che è il compositore più emozionante che mi è capitato di sentire, in qualsiasi film. Qualsiasi pellicola lui tocchi, la sa elevare, con la sua musica. Non è un caso che Christopher Nolan lo abbia sfruttato su mooolti dei suoi film, uno su tutti Interstellar, che reputo ancora il film dove ha dato il meglio di sè. Sa fare di tutto, da suoni bombastici e giganti, a musica avvincente (il tema di Pirati dei Caraibi? E' suo. Mica si scherza, facciamo i seri qua.), fino a musica ambient e micro-tonale, come la soundtrack di Dunkirk, che svolge un ruolo fondamentale nel film. 

Vi consiglio il live a Praga, dato che è una raccolta dei suoi più celeberrimi brani, che dimostrano da soli quanto sanno reggersi in piedi, nonostante la totale assenza delle immagini dai film da cui sono tratti.


PLINI

Io sono un grande fan dei Between the Buried and Me. Gruppo statunitense a metà fra il progressive e il death metal. Già una volta me li sono persi dal vivo, quindi, quando vidi che sarebbero tornati in Italia, con Plini e con i Tesseract,presi il bilgietto, nonostante non conoscessi molto bene gli altri due artisti. Così me li sono andati a sentire meglio, e niente, Plini ha vinto.
Plini (suo vero nome) è un giovine chitarrista australiano, che compone musica strumentale. La sua musica ha molte influenze progressive moderne, ma virano più verso il jazz e il funk a volte. E' musica perfetta per calmarsi, per divertirsi, per studiare. Cosa che mi ha aiutato molto. Ho abusato della trilogia degli EP durante lo studio per l'esame di stato. Plini mi ha aiutato un sacco sotto questo punto di vista, dando una mano a concentrarmi. Le sue canzoni sono delle lezioni di musica pura, reale, quasi grezza, ma veramente rifinita, anzi, raffinata oserei dire. Non vedo l'ora di vederlo dal vivo.

Vi consiglio la trilogia degli EP: Other Things, Sweet Nothings e The End of Everything. Si sente una certa evoluzione che poi andrà a continuare con l'album Handmade Cities e il nuovo EP Sunhead. Dio, vi consiglio tutta la discografia a questo punto, dura poco più di due ore credo.
Una canzone su tutte da consigliarvi, però è Selenium Forest. Lasciatevi trasportare.


TWENTY ONE PILOTS

La musica pop si fa sempre più ripetitiva, sempre più uguale, sempre più di plastica, sempre più falsa. Ci sono le dovute eccezioni ovviamente. La più grande sono questi due qui.

Un pop "schizzofrenico", che spazia tanto fra rap, reggae (no non reggaeTON, vade retro), ukuleli e bassi distorti, elettronica, voci pulite, voci distorte, a volte anche scream. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Uniteli a testi toccanti, emozionanti, rassicuranti a volte, devastanti ad altri, e avete i Twenty One Pilots. E niente, quando affianchi un compositore così talentuoso come Tyler Joseph a un batterista SERIAMENTE preso sotto gamba come Josh Dun, succede magia. La musica è veramente semplice da ascoltare, ma nasconde così tanto studio e creatività, che è anche parecchio impegnativa. Questi sono in due e fanno minimo per cinque, almeno in studio. L'unica nota stonata è la fanbase a dir poco infantile, che invece di pensare alla musica così densa di contenuti e significati, si preoccupa della tinta di capelli di Josh. E vabbè. Basta ignorarli.

Comunque li conoscevo già da anni, anche da prima che fecero successo, ma è stato il lavoro che hanno fatto per promuovere il loro nuovo album in uscita che me li ha fatti davvero piacere. Non dico niente, andatelo a cercare.

Comunque, consiglio Blurryface come primo approccio, poi Vessel. Le canzoni si conoscono, quindi inutile che consiglio, ma di certo una canzone molto rappresentativa è Ode To Sleep.

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Questo è quanto. Alla prossima, con credo una recensione di un film che esce oggi.




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